Eurovision Song Contest: Una storia europea by Dean Vuletic

Eurovision Song Contest: Una storia europea by Dean Vuletic

autore:Dean Vuletic [Vuletic, Dean]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Geopolitics, World, European, Music, Ethnomusicology
ISBN: 9788833894034
Google: OiRuEAAAQBAJ
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2022-05-05T12:56:23+00:00


SECONDA PARTE

L’UNIFICAZIONE DELL’EUROPA (1990-2016)

4

IL CONCERTO EUROPEO

La Bosnia-Erzegovina, che aveva da poco ottenuto l’indipendenza, debuttò all’ESC nel 1993 con «Sva bol svijeta» (Tutto il dolore del mondo). Il brano – cantato da Fazla e scritto da Dino Merlin – aveva come tema la guerra in corso tra le popolazioni di etnia bosniaca, croata e serba in Bosnia-Erzegovina, e si rivolgeva a un’amata che aveva trovato rifugio dalla guerra emigrando in Svezia. Per parteciparvi, i membri della delegazione, guidata da Ismeta Dervoz in rappresentanza dell’emittente nazionale, dovettero scappare da una Sarajevo sotto assedio. Per fuggire attraversarono di corsa la pista dell’aeroporto sotto la minaccia dei cecchini, e raggiunsero a piedi il monte Igman, uno dei luoghi in cui si erano disputate le Olimpiadi invernali del 1984, che aveva acquisito un’importanza strategica durante la guerra. Arrivarono con un camion dell’esercito fino a Mostar, poi percorsero in autobus la costa croata fino a Zagabria, e da lì riuscirono a raggiungere con facilità Lubiana per le preselezioni in aprile. Superata la preselezione, partirono per l’Irlanda, dove a maggio si sarebbe tenuta la finale a Millstreet.191 Dervoz e il suo gruppo, opportunamente chiamato Ambasadori, avevano rappresentato la Jugoslavia all’ESC del 1976 e si erano esibiti al Centro congressi olandese a L’Aia, in piazza Churchill, di fronte alla futura sede del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, istituito anch’esso nel maggio 1993 per perseguire i crimini di guerra commessi durante i conflitti in Bosnia-Erzegovina e in altre zone dell’ex Jugoslavia.

Mentre Ismeta Dervoz era consapevole dell’importanza che poteva avere l’ESC nella diplomazia culturale, Merlin aveva esperienza nell’utilizzo della musica per abbellire l’identità nazionale. Sostenitore del governo bosniaco durante la guerra in Bosnia-Erzegovina, Merlin aveva scritto le parole dell’inno bosniaco, «Jedna si jedina» (Sei unica), utilizzato principalmente dai bosgnacchi. Nel 1999 – l’anno in cui Merlin rappresentò per la prima volta la Bosnia-Erzegovina in veste di cantante – l’inno fu sostituito da uno strumentale composto da Dušan Šestić, la cui figlia, Marija Šestić, rappresentò la Bosnia-Erzegovina all’ESC del 2007. Il nuovo inno fu adottato in conformità con gli accordi di Dayton del 1995, che posero fine al conflitto e avevano come scopo l’unificazione delle istituzioni statali e dei simboli di quella popolazione multiculturale.192 Tuttavia, quando Merlin tornò all’ESC nel 2011, l’idea di uno stato funzionante e unitario non era ancora una realtà: la Bosnia-Erzegovina era uno dei pochi stati in Europa centro-orientale a non fare parte dell’Unione europea, e non era nemmeno candidata all’adesione.

Come già accaduto in seguito al Congresso di Vienna e dopo le due guerre mondiali, dopo la fine della guerra fredda l’Europa si riorganizzò. Ci si aspettava che molti degli stati dell’Europa centro-orientale – il termine con cui si indica l’Europa orientale dopo il 1989 – che si trovano tra l’Europa occidentale e l’ex URSS, fossero inclusi nelle organizzazioni dell’Europa occidentale, e infatti questi paesi presentarono le loro domande di adesione al CdE, all’UE e alla NATO. Già nel 1993 l’Oirt fu sciolta e inglobata nell’EBU. Le organizzazioni internazionali di radiodiffusione furono le prime a adattarsi al nuovo assetto europeo, proprio com’era successo dopo la seconda guerra mondiale.



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